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Summertime

Chapter 32: 31. Quella volta che Kuro creò i problemi...

Notes:

Aggiornamento in anticipo perché stasera parto e non avrei avuto modo di pubblicare domani, ma dalla prossima settimana si torna il sabato!
Buon Weekend!
Deh

Chapter Text

Suga era sdraiato sotto l’ombrello a pancia in giù mentre si reggeva sui gomiti. Avrebbe voluto rilassarsi, ma il suo sguardo era puntato su Noya e Tanaka, i quali avevano deciso di fare una gara di corsa e tuffo che partiva dal chiosco e, percorrendo tutta la spiaggia, finiva a mare.
Ovviamente i due amici avevano deciso di farlo quella mattina di fine luglio, quando la spiaggia era piena di persone da disturbare.
Suga era già pronto a rimproverarli, aveva provato a dire loro di non farlo ma nessuno dei due l’aveva proprio sentito.
L’idea era venuta a Noya e, quando l’aveva proposta all’amico affermando “Ryuu, farai una così bella figura che Kiyoko non potrà toglierti gli occhi di dosso!”, Tanaka aveva subito urlato la sua approvazione mentre si toglieva la maglia con una tale forza da strapparla.
Si misero in posizione e al tre di Yamamoto, che li aveva appena raggiunti e si era unito al suo amico, i due ragazzi partirono.
Fortunatamente per Suga non durò molto, anzi riuscì addirittura a sorridere. Perché Tanaka era talmente agitato nel volersi fare vedere dalla ragazza che inciampò sui suoi stessi piedi rotolando a terra.
Non una parte del suo corpo era libera dai granelli di sabbia e ne iniziò a sputacchiare persino dalla bocca.
Noya abbandonò la gara nonostante potesse vincere più che facilmente, solo perché aveva iniziato a ridere così forte che si era accasciato a terra mentre si teneva lo stomaco.
Suga notò Kiyoko che si copriva la bocca con una mano mentre sorrideva divertita a quella scena. Ma Tanaka era talmente imbarazzato che non si accorse di nulla, stava cercando di alzarsi in fretta e darsi una ripulita facendo finta che non fosse successo nulla, impresa che divenne molto difficile quando Float arrivò di corsa e gli saltò addosso impedendogli di alzarsi, credendo che il ragazzo si fosse buttato a terra per giocare con lui.
-Float!- si lamentò Yamaguchi con il volto disperato, come sempre il suo cane non l’ascoltò.
-Tsukki, fa qualcosa!- si rivolse a quel punto al biondo che stava montando l’ombrellone vicino a quello di Suga per avere un’ombra più vasta, questo alzò lo sguardo pronto a rimproverare il cane, ma si bloccò quando vide chi stava importunando e con un sorrisetto continuò il suo lavoro –Nah, lasciala stare, si sta divertendo.
Solo diversi minuti dopo Tanaka riuscì finalmente a rimettersi in piedi. Questo perché in spiaggia erano anche arrivati Kuro e Kenma e Float si precipitava sempre da un Kenma terrorizzato perché sentiva l’odore dei suoi gatti, per fortuna del biondo c’era sempre il suo ragazzo pronto a giocare con il cane.
-Ehy, Tanaka!- chiamò Kiyoko dal bancone del chiosco, il ragazzo sussultò e le sue guance si fecero rosse, alzò lo sguardo in imbarazzo in tempo per vedere una bottiglietta d’acqua fredda che veniva lanciata contro di lui. La prese al volo senza pensarci troppo mentre la ragazza continuò dicendo –Questa la offre la casa.
Il volto di Tanaka a quel punto stava facendo concorrenza all’ustione che un mese prima Bokuto si era preso sulla schiena.
Suga stava ancora ridendo del suo amico quando, dall’altro lato del suo ombrellone, Kuro montò il suo sotto il quale Kenma corse a ripararsi per poi iniziare a giocare al suo cellulare.
Kuro si sedette al suo fianco mentre si rivolgeva direttamente a Suga –Sbaglio o ci sono poche persone oggi?
Suga corrugò la fronte –Non mi sembra, insomma, sai che ognuno scende con il suo orario.
-Sì certo, ma di solito i tuoi amici non sono sempre qui?
Suga divenne ancora più confuso e si girò a fissare Tanaka e Noya, Kuro davvero non si era accorto di loro?
Kenma sbuffò e senza alzare lo sguardo dal suo gioco si intromise nella conversazione –Sta solo cercando  Daichi.
-Oh- l’espressione di Suga divenne illeggibile, poi un sorriso cortese gli riempì il volto –non so molto di quello che sta facendo Daichi, perché ti interessa?
Kuro sorrise divertito, felice di poter condividere le sue scoperte con altri –Ieri sera io e Kenma eravamo a mangiare in pizzeria quando lo abbiamo visto insieme a una ragazza! Sicuramente erano a un appuntamento anche loro e sai com’è sempre composto Sawamura, voglio solo divertirmi a prenderlo in giro!
Kuro era troppo preso dal suo divertimento per vedere come quella sua semplice frase avesse incupito e rovinato la giornata di Suga.
 
Non erano passate neanche due ore che Kuro continuò creare problemi senza neanche rendersene conto.
Tsukishima era appena uscito dal mare quando, ancora tutto bagnato, aveva preso il guinzaglio di Float annunciando che l’avrebbe portata a fare una passeggiata per permettergli di fare i suoi bisogni.
Yamaguchi aveva sorriso rispondendo –Grazie Tsukki!
Kei annuì brevemente senza neanche guardarlo, poi andò via.
Kuro commentò –Certo che non si comporta proprio come se fosse il tuo ragazzo.
Tadashi sussultò e con voce incerta poi domandò –In… In che senso?
-Bè sai- indicò la figura del biondo che si stava allontanando, come se Yamaguchi potesse capire di cosa stesse parlando –è sempre stato così stitico! Pensavo che mettendosi con te sarebbe diventato più carino, invece continua a comportarsi come se avesse una scopa in culo. Da un po' l’impressione che non gliene importi nulla, no? Come se stesse con te perché non c’era nient’altro da fare.
Forse Kuro si sarebbe si sarebbe anche potuto rendere conto quella volta di cosa le sue parole avevano provocato in Tadashi. Ma venne distratto da un Akaashi gocciolante d’acqua che chiamava il suo nome –Kuro, Bokuto mi ha chiesto di dirti se vuoi andare a giocare con lui, Hinata e Atsumu a palla in acqua.
Kuro si illuminò –Subito!- si alzò e corse a mare.
Akaashi fissò con sospetto Yamaguchi –Tutto bene?
Il ragazzo con le lentiggini si rese conto di essere rimasto bloccato con lo sguardo sconvolto e gli occhi lucidi, gli sorrise cortese e rispose –Sì, sto bene.
Akaashi non era per niente convinto ma decise che non lo conosceva abbastanza bene da doversi intromettere, quindi si limitò ad annuire e ad avvicinarsi a Kenma per sedersi al suo fianco.
 
-Tadashi- Tsukishima lo chiamò serio –è da prima che sei strano. Mi spieghi qual è il problema?
Erano a pranzo e il tavolo dentro casa apparecchiato già da diverso tempo, ma Yamaguchi si era solo limitato a giocare con il cibo senza prenderne neanche un boccone.
-Io…- il moro lasciò andare la forchetta, i suoi occhi erano bassi e la sua voce flebile mentre pronunciava le parole successive –Tsukki, se per te è una cosa noiosa possiamo anche lasciarci. Non devi continuare a stare con me perché magari ti senti in colpa nei miei confronti, solo perché siamo amici da una vita e non vuoi farmi soffrire. Io voglio questa relazione solo se la vuoi anche tu.
La forchetta di Tsukishima cadde a terra, i suoi occhi erano spalancati e il terrore presente nel suo sguardo mentre chiedeva –Da dove ti vengono queste cose?
-Ah- Yamaguchi si agitò –Kuro oggi ha detto…
Non riuscì a concludere perché Kei si alzò in preda all’ira –Kuro!? E tu davvero stai avendo dubbi sulla nostra relazione per una cosa che ha detto Kuro!?
Yamaguchi provò a giustificarsi con gli occhi lucidi, riuscì a dire solo pochi balbetti mentre Tsukishima si affrettava alla porta, annunciò un veloce –Non voglio parlarne- e andò via sbattendo forte la porta dietro le sue spalle.
 
Akaashi aveva appena portato la frutta al tavolo per concludere il loro pranzo quando il cancelletto si aprì e Tsukishima invase come una furia il loro giardino.
-Tsukki!- esclamò felice e sorpreso Bokuto, ma il biondo lo ignorò.
Il suo volto era nero, la furia nel suo sguardo mentre sbatteva le mani contro il tavolo e si rivolgeva direttamente a Kuro –Adesso mi hai rotto davvero il cazzo!
Il corvino sembrò sorpreso da quell’improvviso attacco, corrugò la fronte confuso cercando di ricordare cosa avesse fatto, fu Tsukishima a continuare spiegandolo per lui.
-Mi sono fatto andare bene i vostri continui stuzzicarmi, le infinite richieste per giocare a beach o il fatto che continuiate a entrare in casa mia come se fossimo amici da una vita! Ma che tu debba intrometterti nella mia relazione perché secondo il tuo insulso parere io non mi comporto con Yamaguchi in modo appiccicoso come tu fai con Kenma, questo non lo accetto proprio!
Il silenzio era sceso intorno al tavolo, adesso tutti stavano fissando Kuro con diverse espressioni.
-Tsukki, non ho presente a cosa tu ti stia riferendo.
Questo probabilmente fece infuriare ancora di più Tsukishima, il quale sbatté nuovamente le mani contro la superficie del tavolo –Non osare chiamarmi con quel soprannome! E sai benissimo a cosa mi sto riferendo! Hai parlato oggi con Tadashi e gli hai detto qualcosa mentre non c’ero!
La consapevolezza a quel punto era evidente sul viso del corvino –Aaah, ma era una battuta! Stavo scherzando!
-Non puoi scherzare su queste cose con persone che non conosci! Non capisci che è una questione che non ti riguarda? Non capisci che determinate battute le puoi fare a qualcuno che conosci bene, tipo Bokuto? Non puoi andare da Tadashi, una persona fragile e insicura, e dirgli qualsiasi cosa tu gli abbia detto. Perché poi lui passa intere ore a pensarci sopra, facendosi milioni di complessi e arrivando alla conclusione che è lui la persona sbagliata! Che se la gente gli sta intorno è solo per pena! E se non sai un cazzo sul nostro rapporto, se non sai un cazzo sulla sua infanzia, devi solo chiudere quello schifo di bocca e non provare mai più a rovinare l’unica cosa che amo nella mia vita!
Così com’era arrivato andò via. Kuro provò a richiamarlo ma Tsukishima si limitò a urlare –Vaffanculo!
Il cancelletto venne richiuso alle sue spalle e intorno al tavolo rimase solo un pesante silenzio.
Akaashi aveva un’espressione illeggibile come la maggior parte delle volte, Bokuto sembrava in imbarazzo per aver assistito a tutto quello e per una volta non sapeva cosa dire, Kuro stava cercando un modo per giustificarsi e Kenma lo stava solo fissando con la sua bocca in una linea retta e lo sguardo duro.
Fu infine proprio il biondo a sospirare e alzarsi.
-Dove vai?- chiese con urgenza il suo ragazzo.
-A sistemare i tuoi casini, non voglio che la gente ci odi.